Alessio Chiadini Beuri: utero di sangue

sabato 16 novembre 2019

utero di sangue




Quando il tempo riprese a scorrere a velocità normale mi aprì la nuca contro il piedistallo della fontana, che avevo raggiunto lanciato come un angelo in caduta. Il sangue caldo e vischioso sgorgò dal taglio fino al collo e giù lungo la schiena, mentre il calore violento dell’universo attorno si faceva strada nella mia carne. Arrostito a fuoco lento, non mi avrebbero nemmeno dato il colpo di grazia. Lupino e i suoi mi avrebbero guardato cuocermi come un maialino allo spiedo. Non capì se ero stordito per la stanchezza, il fumo, le pillole o l’ingente perdita di sangue delle ultime ore ma non potevo assopirmi.
Abbandonai a terra la magnum che stringevo nella mano destra e cercai a tentoni il bordo della vasca. La spalla era quella buona e mi issai arrivando faticosamente a metà del traguardo. Raccolsi le gambe, senza forza, e con un’ultima spinta affondai nel sangue. I rumori, il vociare profondo del fuoco, il crepitare del legno delle travi del controsoffitto che iniziavano a cedere, si fecero d’un tratto distanti. Dentro quell’utero di sangue, la pressoché totale assenza di gravità mi aiutò a mondare il peso assillante del dolore e della stanchezza e l’acqua fredda mi fece tornare lucido.
Sentivo il cuore pulsare nella ferita sulla mia testa. Lo presi come la possibilità di liberarla dalle preoccupazioni di troppo che avrebbero potuto rallentare.
Riaffiorai nel cuore di una fornace incandescente.
Il sangue mi schizzò via in rivoli generosi e grosse lacrime. Dal biancore degli occhi del malavitoso seguace di Lupino compresi che lui aveva visto quello nei miei e non se ne era innamorato.
La Desert Eagle sparò per due, con la magnum che avevo lasciato in preda alla fiamme sul pavimento di quel forno crematorio. Esplosi un colpo dopo l’altro senza fare calcoli. Travolsi quel povero diavolo con una tormenta di piombo che non si era ancora meritato. Volevo solo finire lo schema e mettere in pausa prima di raggiungere il mostro di fine livello. L’uomo cadde oltre la passerella e l’inferno lo inghiottì, pacificando il suo grido.
Mi scrollai via il cocktail di sangue e acqua come un cane appena riemerso da una pozzanghera. Raccolsi la magnum e ricaricai.

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