Alessio Chiadini Beuri: doppio whisky

sabato 16 novembre 2019

doppio whisky



   «Credo che sia morto, ormai.»
Una voce alle mie spalle, femminile, mi colse di sorpresa e quando mi girai, sono sicuro che sortì la stessa impressione su di lei anche la mia raffinata dialettica.
«Uhu?!»
Mi ero imbattuto in una donna fatale che mi puntava una pistola in faccia. E le restituì il favore.
«Vivo o morto che sia, hai colpito la persona sbagliata.» disse, senza aggiungere altro. La vista di quella brunetta mi folgorò. Non me lo aspettavo né ero pronto a quella bellezza. Indossava un trench di pelle e i lunghi capelli neri si raccoglievano in una coda.
«Lisa Puncinello?» domandai sbigottito. Lisa Puncinello era la moglie di Angelo Puncinello, la mela marcia più grossa del frutteto. Che diavolo ci faceva al Ragna Rock la moglie del boss?
E perché mi minacciava con un’automatica invece di godersi i frutti dei peccati del marito in qualche esclusivo country club?
«Mona Sax, la sorella gemella di Lisa.» mi corresse.
Ecco spiegata quell’aria da dura che non avevo mai notato in Lisa.
«Vacci piano con le armi, sorellina. Sai che potresti anche fare del male a qualcuno?»
«Lisa era quella fragile. Io sono la forte. Potrei farti saltare il cervello senza battere ciglio.»
«Certo, e tu puoi controllare le mie credenziali spiattellate su tutte le pareti.»
«È stato Angelo Puncinello a uccidere il tuo amico e a far ricadere la colpa su di te.»
«Ne sei certa?»
«Ho le mie fonti.»
«In questi giorni non sono più sicuro di niente e nel dubbio sparo. A chi toccherà sistemarlo?»
«Deve essere mio. Non sopporto chi prova gusto a picchiare sua moglie. Perché non risparmiare i nostri proiettili per lui?»
«Pensavo non me l’avresti mai chiesto: il dito iniziava a indolenzirsi.»
«Come lo vuoi il tuo whisky?»
«Mi basta il profumo, e che il sapore accarezzi il palato.»
«Sei un vero intenditore, Max.»
Mona mi servì il drink. Era roba buona. Scese nella gola come fosse miele.
«Niente di personale ma non posso correre il rischio che nella frenesia Lisa resti uccisa.»
Sentì appena la fine della frase e tutti i rumori del mondo sembrarono provenire da un luogo lontano, un oltretomba ovattato e confuso. Un torpore assassino mi avvolse come in un feretro d’oblio. La coscienza si dissolse in un mal di testa feroce. Stramazzai al suolo.




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