Alessio Chiadini Beuri: Dentro il libro e oltre: Il letto, il bagno e...

venerdì 8 gennaio 2021

Dentro il libro e oltre: Il letto, il bagno e...



 Il titolo del capitolo è preso pari pari, così come la canzone (17 again - Eurythmics), da una puntata di Will & Grace.

A differenza del taglio comico della serie, questa puntata in particolare ha un mood molto più introspettivo e, diciamocelo, abbastanza depresso. Non troverete quindi le solite battute brillanti e caustici botta e risposta ma una Grace in stato vegetativo avvolta in un bozzolo di coperte, lenzuola e lacrime perché la sua grande storia d’amore con Nathan, è finita. Will, Jack e Karen proveranno in tutti modi di tirarla su di morale ma alla fine dovranno arrendersi e, in qualche modo, resteranno coinvolti in quel vortice di emozioni catartiche che li porterà a domandarsi a che punto della vita hanno preso la decisione sbagliata.


La ricordo così nitidamente perché le storie malriuscite, in cui mi ritrovavo col cuore gonfio di pianto e gli occhi increduli a dipingere domande al buio di una notte artificiale, sono state il leitmotiv per gran parte della mia giovinezza. È stato facile immedesimarmi nella sofferenza di Grace e commuovervi di nuovo la prima volta che ho visto “Il letto, il bagno e oltre”. È stato come condividere un dolore con dei vecchi amici, a cui non dovevi raccontare niente. 

Ma veniamo a noi che già mi risale il magone. Nel capitolo di oggi, troviamo Spanky chiuso in bagno, non per volontà sua né del suo corpo che evita di assecondare la sua volontà ma a causa della forza poderosa del solito Tetteballerine e di quella volta che, per fare il bullo da film, ha dato un calcio alla porta per un’irruzione goliardica. E non pago di aver sbriciolato la serratura si è poi offerto di sistemarla da solo. Male.

È l’ultimo capitolo intimistico del romanzo perché appena prima della sua fine vedremo Tetteballerine e Cecilia tornare in appartamento dopo le vacanze estive mettendo un punto alla vita solitaria e noiosa di Enrico.

Essendo un racconto da una sola location c’è molto spazio per musica (2 brani invece che uno) e per le citazioni. 

Il povero Spanky cerca in tutti i modi e con ampio impiego della fantasia di liberarsi da quella prigione di porcellana, facendo anche appello alle conoscenze che ore e ore di film d’azione gli hanno instillato. Ovviamente gridare aiuto dalla finestra come un ossesso non sortisce alcun effetto nella domenica di una Bologna in cui i più devono ancora rientrare dalle ferie. Per questo dopo poco tempo le idee si fanno più strambe, come quella di defecare sul terrazzo sottostante convinto che “se qualcuno mi cagasse in casa io andrei a vedere. Con un ombrello ma ci andrei”. La citazione successiva arriva veloce come un proiettile: “…se sulla città piove merda…e chi chiamerai?”. Ve la ricordate anche voi quella mitica frase pronunciata da Bill Murray in Ghostbusters II?

Ma non è l’unica citazione proveniente dal film 1989 e questa mi piace di più, ma vi lascio l’ebbrezza di individuarla da soli (Qui).

Una volta aver rinunciato ai suoi propositi di fuga Enrico si rassegna e cerca di passare il tempo nel modo migliore possibile e, visto che ha lasciato il cellulare in camera (per questo gli è stato impossibile chiamare in soccorso il portiere, i pompieri, la guardia nazionale), i suoi occhi si posano su una delle copie di Cosmopolitan delle ragazze accanto alla borsa coi trucchi. 

Diceva John Lennon: la vita è ciò che ti capita mentre sei impegnato a fare altro”. Ed è proprio in questo modo che la visione stessa dell’esistenza, per il nostro protagonista, cambia in maniera radicale. Non gli riuscirà più, dopo questa giornata, di guardare le cose con il disincanto di prima. Sì, avete letto bene, non è un refuso: con la lettura di Cosmopolitan, per Enrico il mondo si accende di sfumature che prima non aveva. È un cieco che torna a vedere. La convinzione che l’universo femminile non possa essere compreso e che fosse un orizzonte che si allontana inesorabile non importa quanto a lungo cammini, si dissolve con il fruscio della prima pagina sfogliata.


Che gli uomini vengano da Marte e le donne da Venere e che sia impossibile per loro comprendersi pienamente è una verità che rimarrà immutabile fino alla fine delle ere ma grazie al periodico della Hearst Corporation, questa distanza di fondo risulta un po’ più colmabile. Almeno così i ragazzi possono mettere in scena spettacoli meno degradanti delle spacconate da macho in cui le donne sono scherzosamente (ma mica tanto) paragonate a degli elettrodomestici da cucina o dei parchi giochi per maschi adulti. Chi più Re di Noi parla anche di questo: mondi che non si comprendono, diversi in tutto ma costantemente attratti uno all’altro, destinati a completarsi all’infinito. Le spacconate dei maschi, ora lo sappiamo e lo possiamo dire ad alta voce, hanno una sola fonte: la paura di ciò che non si conosce, di ciò che si desidera senza sosta e che li fa sentire totalmente impotenti e in balìa della benedizione di una sillaba (Sì) o del castigo di un’altra (No). Ecco una verità lapidaria per le signore all’ascolto, che racchiude per intero l’universo maschile: anche se non lo diamo sempre a vedere, il nostro universo gira attorno a un vostro e a un vostro no e tutto quello che facciamo, che creiamo, che sbeffeggiamo o adoriamo ha origine, scopo e fine in quell’attesa. Anche chi tratta le donne in un certo, ignobile e deprecabile modo fino alle conseguenze più estreme, lo fa guidato da quel principio. Solo che in quel caso c’è l’aggravante di un deficit emozionale e dialettico che, viceversa, aiuterebbe a superare l’impasse.

Il mondo femminile è complesso, stratificato e spesso contradittorio e l’organismo semplice costituito dall’uomo non ha nessuna speranza di farcela con le proprie forze. Cosmopolitan almeno è in grado di fornire spunti, di riflessione prima e di conversazione poi, che possano almeno accendere una luce su di lui. Non per forza una luce di interesse, ma almeno un lumino che rischiari l’oscurità più nera e lo faccia scorgere. Io sono un esempio di colui che non è mai stato in grado di instaurare una conversazione finalizzata e creare interesse in una ragazza che mi piaceva. Attaccare bottone poi, difficilissimo: serve faccia tosta, il momento giusto e una buona apertura. Non ho mai avuto nessuno dei tre e senza una buona base alcolica il solo pensiero di avvicinarmi e iniziare a parlare mi creava fastidiosi crampi allo stomaco. Bere ti può dare la faccia tosta, la fortuna la scelta del momento giusto ma la buona apertura ce l’hai solo con le regole ingovernabili del caos. Il mio non vuol essere un invito all’alcolismo ma quello che serve al giovane troppo preoccupato di fare tutto nel modo giusto senza averne esperienza è smettere di preoccuparsi, darci un taglio con il programmare e semplicemente andare. Io mi sono sempre preoccupato troppo del giudizio altrui, ne ero totalmente asservito e agivo di conseguenza. L’età adulta mi ha ammanettato al polso una ventiquattrore piene di “sbattecazzismo” e con quella passo attraverso situazioni che prima mi avrebbero scatenato l’ulcera.

Da piccolo non capivo quanti mi dicevano che per farmi notare dalla ragazza che mi piaceva dovevo fare come se non mi interessasse. Era un controsenso ma avevano ragione: se togli la paura di fallire dall’equazione, viene tutto molto più facile e le possibilità di successo aumentano esponenzialmente. Vivi libero dalle preoccupazioni, non chiudere la porta alle occasioni, fai quello che ti senti e fallo per te stesso, è l’unica cosa che conta e, soprattutto, ti rende molto più interessante, indomabile, desiderabile. Gli zerbini non piacciono a nessuno, alla lunga. Sono piuttosto noiosi. Tutti noi cerchiamo qualcuno che renda interessante la nostra vita, originale, non scontata. Amiamo l’avventura, uomini e donne.

Fuori da tutti questi sofismi, comunque, nel romanzo il consiglio che viene dato è quello di non respingere letture femminili perché, lette ad alta voce e con un po’ di malizia si può far scoppiare quelle bolle di sapone che tengono separati uomini e donne. Ridere dell’esistenza della ginnastica per il pavimento pelvico sdogana un argomento magari imbarazzante con una risata.

Quasi tutte le relazioni cominciano con una risata.



Fire in the twilight - Chaka Chung:

Direttamente dalla colonna sonora del film The Breakfast Club, ho inserito questa canzone perché, come i cinque protagonisti che sono costretti a passare un intero sabato in punizione a scuola, anche Spanky si trova a ballarla durante il suo isolamento forzato. Tutto merito dell'inquilino/a che abita l'appartamento di sopra che, invece di chiamare qualcuno che possa andarlo a salvare e farlo uscire dal bagno, la mette a tutto volume nel suo stereo. Cosa può fare, il nostro a questo punto, se non darci dentro come un Kevin Bacon bolognese?




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