Alessio Chiadini Beuri: Dentro il libro e oltre: I tres amigos

sabato 19 giugno 2021

Dentro il libro e oltre: I tres amigos


Questo capitolo è, in ordine cronologico, successivo a “Un Natale da Guasconi” che ho avuto il piacere di regalare a colore che, lo scorso Natale si sono iscritti alla mia newsletter mensile, e di cui ho parlato in questo post.

Siamo nella settimana tra Natale e Capodanno, quel periodo dell’anno che Enrico definisce il più deprimente e il più soggetto, probabilmente, a suicidi. Io odio la notte di Capodanno, la detesto con tutto il cuore e la schivo come la peste, ogni volta che è possibile. Se la gioca con Ferragosto (non sono mai stato un tipo da spiaggia) ma al fotofinish la umilia senza ritegno. È che su Ferragosto non ci butti speranze, sentimenti, emozioni, desideri, non ci dipingi illusioni, non ci fantastici sul cambio di rotta che, finalmente, la vita ti restituirà con gli interessi che hai accumulato da che hai cominciato a piangerti addosso. Molti Capodanni li ho passati sognando la felicità, che molto spesso (leggete: sempre) non si traduceva con laurearsi, trovare un buon lavoro ben pagato, essere in salute ma avere a fianco una persona che ricambiasse l’amore che provavo per lei. Sono momenti tristi proprio perché siamo noi a caricarli di responsabilità assurde e aspettative che pulsano con un’intensità pari al sorriso che hai mentre sogni che si realizzano.


Zanna, Spanky e Tette’ vegetano in sala, svuotati totalmente dello spirito natalizio che li aveva colti, e baciati, durante la festa a casa di uno dei Clyt’O Ryders.

Per descrivere questo stato di depressione cosmica mi sono avvalso di una similitudine e del film Cowboys & Aliens: una cagata atomica che mescolava western e alieni con un tonico Daniel Craig, sull’onda del successo del suo nerboruto James Bond, la bellissima e mai fuori posto Olivia Wilde e Harrison Ford, che dopo Indiana Jones e il Regno del teschio di Cristallo (Sigh!) sull’argomento “incularsi quel bastardo di ET”, si era ormai laureato cum laudae. La similitudine riguardava il fatto che i ragazzi avessero lo stesso morale di chi era andato al cinema spendendo soldi per vedere quella stronzata.


I ragazzi non stanno facendo una seduta spiritica attorno al tavolo per evocare i capelli di Nicolas Cage che, da dopo Con Air, gli hanno sputato in testa i più brutti parrucchini scartati da Bruce Willis, anche lui gran maestro di brutte chiome posticce. 


Se ne stanno e basta, seduti uno davanti all’altro, a lamentarsi. Ma non con frasi di senso compiuto, facendo versi. La citazione che risiede nella descrizione che c’è nel capitolo è veramente nascosta e praticamente impossibile da cogliere e scrivendo questo post, mi sono stupito di essermela ricordata. In questo senso sono un po’ come il personaggio del Dottor Walter Bishop in Fringe che è costretto a recuperare la memoria attraverso gli indizi che lui stesso si è lasciato nel passato. 

Comunque veniamo a noi, l’inside-joke di cui vi parlavo arriva direttamente da uno dei film simbolo degli anni 80 “Harry ti presento Sally”


Conosciamo il destino della storia d’amore tra Zanna e la ragazza incontrata alla festa di Natale: un imbarazzante fiasco con un apostrofo a forma di cinquina sulla guancia. Zanna si pensava che bastava gestire i rapporti d’amore come si faceva da bambini. Ti mettevi insieme a una tua compagnuccia di classe, magari dopo aver risposto con una crocetta sotto al di una letterina passata di nascosto durante la lezione, e forse vi parlavate un paio di volte in una settimana (se riuscivi a non vergognarti come una ladro e resistere almeno fino a quando lei ti avesse risposto) prima che lei ti mollasse per il tuo compagno di classe. Vi tenevate per mano, forse ci scappava un bacetto a stampo sulle labbra con i compagni attorno che gridavano, si imbarazzavano, battevano le mani o andavano a dirlo subito al maestro, infami. Se si era verso primavera, magari vi sedevate uno accanto all’altro sul pullman, condividendo un walkman. Basta, stop, finito lì. Consumato l'amore.


Neanche Zanna è stato capace di andare oltre, bloccato all’immagine che si era fatto di Sonia ammirandola sul balcone di casa e ascoltandola parlare. La vita non crea nessuna aspettativa, la vita è semplicemente quello che è: un continuo fluire di situazioni, momenti, attimi. Siamo noi quelli che proiettano, fantasticano, desiderano e si illudono, inevitabilmente. I desideri hanno due caratteristiche principali: ci rendono felici e ci deludono.

Ci rendono felici quando li pensiamo, quando li modelliamo con mani non troppo esperte e senza badare a troppi dettagli. Ci deludono, immancabilmente perché la vita è più complicata della forma dei nostri desideri e non combacia quasi mai. I nostri desideri sono bidimensionali, il mondo si muove in quattro dimensioni. Non sono compatibili, sono razze diverse che non potranno figliare.

Noi siamo portati a immaginare e sorridere inebetiti di fronte al finale senza chiederci come ci si possa arrivare. siamo quelli che immaginano di chiedere al proprio amore di sposarci buttandosi da un grattacielo con un paracadute con la scritta “Marry me”, come nel video "All about loving you" dei Bon Jovi invece che lavorare per arrivare a quella decisione con la persona con cui vogliamo passare il resto della vita.

Desiderare è però la benzina di quel motore sempre che consuma come un trattore che è la nostra esistenza. Ha bisogno di essere alimentato come noi di trovare motivazioni per continuare ad andare avanti con piglio e un minimo di positività.

Per quanto non possiamo prescindere dalla nostra natura, possiamo però limitarla. Ritornare con i piedi per terra appena ci accorgiamo che stiamo facendo l’areoplanino tra le nuvole della nostra fantasia da così tanto tempo che i polpastrelli hanno ormai le rughette, come quando si sta troppo nella vasca. Diamoci piccoli obiettivi che possiamo realizzare, giorno per giorno. Concentriamoci su piccoli traguardi. È una gara a tappe la vita, non è il biglietto vincente della lotteria.

Dicevamo, in casa aleggia una tristezza cosmica da fine dell’anno, Cecilia e Virginia sono tornate a casa per festeggiare il capodanno in famiglia e i nostri tre eroi disquisiscono su Caterina, la famosa studentessa Erasmus che prima ha preso il cuore di Zanna e poi lo ha risputato masticato e ricoperto di saliva. Tette’ ancora non crede che sia mai esistita dato che qualcuno che voglia mettere la propria lingua nella bocca di Zanna di proposito è già piuttosto difficile da trovare. L’interessato peldicarota gli tira la stoccata fatale dicendogli che la sua è solo invidia, visto che nel palmarès, l’Erasmu,s gli manca ancora. Sì, hanno fondato un’associazione che ha lo scopo di irretire le studentesse straniere, ma non ho mai detto, in questi mesi, che abbiano successo (NDR).

Tette’ non può che incassare, prenderla in saccoccia, andarsi a raccogliere la dignità in fondo alla rete perché anche per lui non gira benissimo e non è il solito mattacchione sfrontato e cazzone che non conosce sconforto e perdita: il fatto di non essere riuscito a bollare la sorella di TestaBietta alla festa di Natale (vedi ancora lo Special Natalizio) lo porta a credere di aver perduto il suo fascino, esattamente come il “Maipiùmoscio” di Austin Powers.

Non resta allora che chiamare in soccorso l’eroe degli eroi, quello che nel rammarico e nell’autocommiserazione ci ha sempre sguazzato da quella Vigilia al Nagatomi Plaza, Mr. Bruce “Tenetevi Forte” Willis, con l’omaggio più sentito che abbia mai fatto verso uno dei miei eroi d’infanzia. Potete andarlo a leggere QUI .



La Canzone: Doing it all for my baby - Huey Lewis & The News


Devo aver (ri)scoperto Huey Lewis & The News verso nell’estate tra il primo e il secondo anno di università. I video musicali degli anni ‘80 avevano pochissime caratteristiche ma ben definite: c’erano quelli low budget che con 30 euro il mio attrezzista lo faceva  meglio, quelli che avevano una trama così assurda che a confronto i film porno sembrano pellicole d’Essai, quelli in cui la computer grafica muove i suoi primi passi e quelli che erano pensati come veri e propri film tipo Thriller di Michael Jackson e, appunto, il brano di oggi. In Doing it all for my baby Huey e la band, oltre a interpretare loro stessi, vestono anche i panni degli abitanti di un castello in Transilvania in cui uno scienziato a metà tra Doc E. Brown e Albert Einstein, sta cercando di creare la donna della sua vita attraverso un corpo ricomposto con pezzi di cadaveri, una stanza senza tetto in cui ci piove dentro e una tempesta di fulmini con tutti i crismi. Il video dura quasi otto minuti ma andrebbe visto e goduto almeno una volta nella vita.





Chi più Re di Noi: la ragazza che ascoltava i Guns N' Roses

Editore: Andaluso Errante Books
Prima Edizione: Dicembre 2016
Seconda Edizione: Ottobre 2020
Genere: Narrativa Contemporanea


Quarta di copertina: "Bologna. Una nuova ragazza è venuta ad abitare nell’appartamento sopra a quello di Enrico, Tette’ e Zanna, solo che nessuno l'ha ancora vista. Il primo si è convinto che si tratti della donna della propria vita ed è deciso a incontrarla, il secondo si è offerto di curarne l'irrequieta smania di svegliarli nel cuore della notte facendole assaggiare un po' del toro da monta qual è, l'ultimo non è sicuro che il fantasma dello zio morto in quella casa la lascerà in pace.
Cecilia e Virginia alzano gli occhi al cielo"


NB: da qualche giorno è disponibile anche la variant cover dedicata a John Belushi e Animal House!
Costa solo 1.50 in più rispetto alla classica perché è in copertina rigida!



Qualche Recensione:



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