Alessio Chiadini Beuri: Dentro il libro e oltre: AIRHEADS!

venerdì 25 marzo 2022

Dentro il libro e oltre: AIRHEADS!

 



Ormai lo avete capito: con "Chi più Re di Noi" non puoi fare piani: oggi sei qui, a goderti senza pensieri un pomeriggio di piacevoli frivolezze e domani potresti dover correre per salvarti la vita. Non metterti mai troppo comodo mentre lo leggi perché a lui star fermo non piace. Con questo episodio usciamo un attimo dal continuum della storia principale per godere di un unicum in cui la meraviglia è così diffusa da essere considerata una malattia infettiva.  Airheads, il cui titolo si rifà sputato al film del 1994 con protagonisti Brendan Fraser, Steve Buscemi e Adam Sandler, è la parentesi non programmata in cui ho voluto far cimentare Enrico, Tette' e Zanna in una disciplina che sfiora l'epicità dei grandi miti classici: l'AIR BANDING.


Chi fa parte della generazione dei Millennials sa già di cosa sto parlando ed è anche capace di dirmi da dove ho preso l'idea. Nell' episodio 9 della quinta stagione di SCRUBS, infatti, all'Ospedale Sacro cuore sono aperte le audizioni per il nuovo cantante dei Cool Cats, la band formata dall'avvocato Ted (chitarre), dall'inserviente (basso) e dal fattorino (batteria). Nessuno di coloro che, al tempo, stava guardando la televisione aveva la minima idea di essere a poche inquadrature dal mito. 


 Perché Air Banding significa suonare l'aria, senza l'ausilio di strumenti musicali né della propria voce, l'importante è essere convinti come se lo si stesse facendo per davvero.  

Tutto qui? Dite voi.

Che ci vuole? Dice qualcun altro.

Ma non è mica così facile se pensate che i nostri stanno cercando di vincere un concorso di Air Banding da almeno tre anni con infimi successi. I ragazzi prendono molto sul serio la cosa tanto che Spanky ci racconta che ogni anno la band si scioglie per via dei dissapori intestini, che partono già al sound cheek. Non sono mai d'accordo su niente e bevono come spugne, per conservare intatto lo spirito rock che gli scorre nelle vene. Però il tempo passa e le brucianti sconfitte pesano ogni anno di più, così hanno deciso di affidarsi a manager d'eccezione: Cecilia e Virginia.  Dopo aver provato, ricevendo come risposta un doppio dito medio che una comunicazione più chiara dovrebbero inserirla alle scuole di specializzazione di marketing, a farle partecipare allo show in qualità di coriste si sono consolati realizzando che ci sarebbe stata più gloria da spartire per loro tre, allora.  Oddio, contenti loro. 

In ogni caso anche il look vuole la sua parte, se non altro perché non è che devono fare molto altro se non apparire. Zanna è stato ricoperto di trasferelli cattivi e piercing a calamita, anche se Tetteballerine aveva proposito di farglieli veri; Spanky indossa pantaloni di pelle attillati, canottiera bianca, Wayfarer alla Blues Brothers e metri di polsini ricavati da vecchi tubolari; Tetteballerine ha scelto pantaloni lucidi giro-pube, in modo da mettere in mostra l'addominale basso, quello così definito da sembrare un'indicazione stradale per il suo parco giochi e il torso nudo ben oliato, così che risalti sotto le luci del palcoscenico. 


Sfuggono alla prima rissa quando sono ancora al banco delle iscrizioni.  Mi piaceva pensare che Tette' potesse rivaleggiare a suon di "onde pettorali" con il buttafuori del locale, come in un classico scontro tra auree in Dragon Ball. 



Dopodiché è subito il momento di un'infilata di citazioni cinematografiche senza pietà. Si comincia con Blues Brothers, ovviamente e si approda a School of Rock.


I ragazzi hanno deciso di chiamarsi i "Lady's Breast" che letteralmente potrebbe essere un titolo dignitoso per un film pomo italiano anni '90: Petto di donna.



Quello che mi sono dimenticato di dirvi è che il movimento pettorale di Tetteballerine ha doti taumaturgiche, come la reliquia di un santo, e che Enrico e Zanna ormai sono in grado di capire le emozioni e gli stati d'animo dell'amico vedendo in che modo muove il petto. Come coi cani. Mentre Tette' e il buttafuori sono ancora impegnati a darsi un tono misurandosi gli uccelli, è Virginia che prova a distogliere l'attenzione per rivolgerla su di sé. Non le serve molto: le basta un piccolo colpo di tosse e dichiarare di avere la gola secca in direzione dei ragazzi che, per farsi accompagnare, le hanno promesso da bere. A quel sentire, ho immaginato che un gruppo di ragazzi lì attorno convergessero immediatamente verso Virginia per accontentarla e crearsi una chance. Mentre scrivevo questa scena non sono riuscito a togliermi dalla testa il momento in cui Gandalf il Bianco facesse la sua comparsa alla testa di un esercito ne "Il Signore degli Anelli".



Noi maschi siamo come locuste: dove c' è da mangiare noi ci fiondiamo senza ritegno e senza diritti di precedenza. Questo, almeno, è vero in quei contesti in cui il testosterone è ammassato all'inverosimile e quell' unico neurone a testa, invece di connettersi a quello degli altri, come in una specie di Pandora da sabato sera e dare vita a un essere mediamente pensante (seppur temporaneo), si affoga dentro a fiumi di alcol e regredisce allo stadio evolutivo del Neanderthal. 


Presi singolarmente, molti di noi maschi, non siamo neanche male da frequentare e abbiamo un certo decalogo morale a cui affidarci in caso di dubbio.  Ma il gruppo rade al suolo anche le ultime briciole di contegno sociale.  Sia chiaro: Virginia avrebbe potuto fare qualsiasi altra cosa che il risultato non sarebbe cambiato di una virgola: quando l'uomo ha inquadrato il bersaglio al centro del suo mirino, donna, qualunque azione diversiva che si tenti di mettere in campo ha grosse possibilità di fallire. Noi non siamo bravi a leggere i vostri segnali e non sempre voi siete delle brave radio operatrici e l'unica soluzione che il maschio inesperto ha trovato per ovviare all'inconveniente è ignorare qualsiasi tipo di messaggio, sia esso incoraggiante o meno.  "Vieni qui" e "Sparisci", per esempio, contengono lo stesso numero di sillabe. È l'unica cosa che notiamo. Questo è un po' un dilemma vecchio come il mondo perché se la logica direbbe che se una persona ti vuole nella sua vita allora ti cerca, si fa sentire, dall'altra parte è consuetudine che farsi desiderare è la chiave per conquistarlo.  La distinzione di generi è puramente casuale, lo fanno uomini e donne, solo che io non mi voglio arrogare il diritto di parlare per la controparte che non conosco così bene.  Ma come fai a distinguere, allora, se la persona a cui vuoi disperatamente interessare e che non sembra calcolarti, sia una seguace delle potenti arti mistiche dell'Indifferenza o proprio ti schifa come l'ultimo degli appestati? Se il comportamento non corrisponde al desiderato, come superare l'impasse e scostare il velo di Maya e, magari arrivarci almeno in seconda base?

Quello che penso io è che, fondamentalmente, anche questo tipo di approccio è una caratteristica con cui ci si sceglie, come la simpatia, l'attrazione fisica, il modo di vedere il mondo. Lo dico perché, personalmente, non ho mai conosciuto ragazze che non mostrassero interesse nei miei confronti, pur provandolo.  Non dico che ne abbia mai incontrate, dico che il risultato, per un analitico come me, è stato girare pagina,  tirare il freno e concentrarsi su altro quando vedevo che dall'altra parte non c'era interesse. Dico questo anche perché conosco ragazzi che, invece, in questo gioco al gatto col topo, riescono a districarsi bene e a non perdere mordente quando io gliel'avrei già data su (mi sarei arreso, NDR) da tempo.  Chi parla la stessa lingua si si comprende. È tanto facile. 


Lasciata da parte questa digressione filosofica alla Raffale Morelli dei poveri torniamo al concerto, che deve ancora cominciare. Virginia e Enrico hanno un acidissimo scambio di vedute in merito agli obiettivi e le priorità della vita che si conclude con quest'ultimo che viene mandato a quel paese. I dispiaceri però sembrano appena cominciati perché il nostro gruppo di rockstar incontra la loro peggior nemesi: i "Finger in the Ass", la band che continua umiliarli anno dopo anno. Vedete che nulla, in questo romanzo, è lasciato al caso, nemmeno i nomi inventati. Ma non c'è tempo perché il palco chiama e i nostri salgono sul palco e danno inizio alla magia, o almeno è questo il loro intento con il petto di apertura, in assoluta controtendenza rispetto alla loro solita scaletta. 

Che una rock band di Air Banding inizi il suo concerto con "Thank you for loving me" dei Bon Jovi non è così prevedibile. Tette', però, ha un piano ben preciso e come frontman del gruppo molto del lavoro è sulle sue spalle. Anche se in questo caso sarebbe meglio parlare di terga perché, agitandole in maniera sexy e ambigua, fa arrossire quasi tutte le ragazze presenti le in sala. Sono quelle che non hanno ancora avuto un rapporto di reciproca confidenza con lui. Si riconoscono bene perché hanno ancora il loro amor proprio intatto. 


Enrico, alla tastiera, si prodiga sullo sfondo nella sua imitazione di Steve Wonder sorridendo, battendo le mani a tempo e dondolando la testa a destra e sinistra. Se per mestiere facessi l'animatore alle feste per bambini, quello sarebbe uno dei miei cavalli di battaglia. Ogni volta che parte una bella canzone e io indosso gli occhiali da sole, fatevi largo perché è più che probabile che parta per la tangente. È quasi come un tic, non lo so mica se riuscirei a non farlo. Non ho avuto ritegno nemmeno per il Boss, Bruce Springsteen. C'è tanto di testimonianza fotografica. Ah, ai matrimoni non rispondo di me, quindi occhio con gli inviti. 




A sorpresa, la strategia di conquistare la platea con una ballata ha successo e i Lady's Breast approdano in finale. Non era mai successo ma i fianchi seducenti e accattivanti di Tette' hanno fatto il loro. Con "Jump" dei Van Halen, anche i Finger in the Ass vincono l'ultima esibizione: quella che può valer loro la conferma di un successo ormai imperituro nell'Air Banding bolognese. Decidono di sfondare tutto esibendosi in "Waiting for the weekend" dei Loverboy, un altro pezzone che quelli di voi che lo conoscono lo hanno sentito su Scrubs. E su questo posso metterci la mano sul fuoco.  




L'esibizione è così convincente che per Enrico, Tette' e Zanna potrebbero benissimo iniziare a chiamarsi "FIST in the ass".  E Tette', ancora una volta, colui in grado di cambiare a loro favore il morale, che già aveva subito una vertiginosa flessione verso il baratro dell'autocommiserazione, lo fa con una staffilata citazionistica presa direttamente da Tenacious D e il destino del rock.  A cui segue un altro momento iconico della filmografia universale (è così che i ragazzi armonizzano la loro anima rock).


Il pezzo con cui scelgono di affrontare la finale è "Cum on fell the noize" dei Quiet Riots. Tutti danno il massimo per la vittoria, per il successo e per la gloria ma è Zanna che all' improvviso diventa l'eroe del giorno: il Vishnu della batteria, a metà del pezzo, prende e si lancia sulla folla.  È esattamente così che finisce il capitolo: prima del verdetto. 

Ma come?

E chi vince? Ce la fanno?

Risposta: in fondo, è davvero importante?







Chi più Re di Noi: la ragazza che ascoltava i Guns N' Roses

Editore: Andaluso Errante Books
Prima Edizione: Dicembre 2016
Seconda Edizione: Ottobre 2020
Genere: Narrativa Contemporanea


Quarta di copertina: "Bologna. Una nuova ragazza è venuta ad abitare nell’appartamento sopra a quello di Enrico, Tette’ e Zanna, solo che nessuno l'ha ancora vista. Il primo si è convinto che si tratti della donna della propria vita ed è deciso a incontrarla, il secondo si è offerto di curarne l'irrequieta smania di svegliarli nel cuore della notte facendole assaggiare un po' del toro da monta qual è, l'ultimo non è sicuro che il fantasma dello zio morto in quella casa la lascerà in pace.
Cecilia e Virginia alzano gli occhi al cielo"


NB: da qualche giorno è disponibile anche la variant cover dedicata a John Belushi e Animal House!
Costa solo 1.50 in più rispetto alla classica perché è in copertina rigida!



Qualche Recensione:



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