«Se fosse per me scriverei dieci libri all’anno. Classe 1986, ho capito che scrivere storie mi rendeva felice il primo anno di liceo e sull’onda del revival del mito de Il Signore degli anelli, ho iniziato a scrivere un fantasy, ad oggi incompiuto (ma non si sa mai), poi ho virato su un romanzo di formazione (concluso, autopubblicato e ritirato dal commercio), ho ancora in fase di stesura un romanzo di cappa e spada ispirato a i Tre moschettieri e Cyrano de Bergerac.A Dicembre 2019 pubblico la prima parte della novellizzazione del videogioco Max Payne, che rendo disponibile gratuitamente su tutte le piattaforme e che, ad oggi, è stata scaricata più di 7.000 volte.A Marzo 2021 pubblico, con la casa editrice di Milano Bookabook, l’hardboiled “Il randagio”.Il libro di cui vorrei parlare con voi oggi è “Chi più Re di noi: la ragazza che ascoltava i Guns ‘N’ Roses”, nato sotto forma di romanzo a puntate su un blog nel lontano 2011.Non ha un genere canonico, ma se proprio dobbiamo dargli una definizione sarebbe “Narrativa Frizzante”.A me piace considerare “Chi Più Re di noi” un caso di sit-com letteraria. La maggior parte dei capitoli è autoconclusiva, pur avendo gli stessi personaggi (cinque studenti universitari che dividono un appartamento in centro a Bologna) e una trama principale che vi porterà fino alla fine; si ride e ci si affeziona ai protagonisti tanto da dispiacersi di doverli salutare.Se siete appassionati di cinematografia, troverete molti omaggi e easter eggs per aumentare l’esperienza ludica che “Chi più Re di noi” si propone di regalare. Nel caso invece non lo foste, penserete che alcune trovate siano frutto della mia immaginazione sconfinata, ma potrete comunque godervi l’intero viaggio.»
- Ciao Alessio, benvenuto. Mi hai ricordato la sitcom "Friends". Ci possiamo aspettare qualcosa di simile? Inutile dire che non ho perso un episodio.
- Forte! Immagino sia molto ironico allora.
- Un titolo originale. Come è nato?
- Macché non mi viene in mente niente.
- Quante esperienze personali hai raccontato in questo libro?
- La colonna sonora che hai inserito col romanzo è una tua produzione o ti sei fatto costruire qualcosa su misura da qualcun altro?
- Cosa nella quotidianità ispira la tua voglia di scrivere?
- C'è un posto o un momento della giornata in cui preferisci scrivere?
- Quanto ti sei divertito a scrivere questo libro?
- Qual è il personaggio a cui ti senti più vicino e perché? E quale al più lontano e perché?
- È un libro autoconclusivo o hai qualche appiglio per dargli un seguito?
- A chi ti ispiri con i tuoi romanzi?
- E se pensi a qualche grande nome, invece?
Questo romanzo l'ho dedicato a tutte le persone che, anche se indirettamente e senza saperlo, ne fanno parte. Proprio perché senza di loro questo libro sarebbe risultato molto meno ricco e frizzante. Per non finirlo subito, Chi più Re di noi, ne ho scritto una lunghissima postfazione oltre a chiedere una prefazione a uno dei miei più cari amici.
- Cosa significa per te scrivere?
Scrivere è espressione, libertà, sfogo, rifugio, viaggio, emozione, ricordo, passione, mestiere, gioco, apprendimento, esperienza. Ogni storia per me costituisce la possibilità di una seconda vita, un universo parallelo in cui vivere e da cui imparare qualcosa.
- Quando scrivi ti piace seguire una scaletta o l'istinto prende il sopravvento?
Quando scrivo io ho sempre la musica nelle orecchie. Mi aiuta a concentrarmi e a isolarmi dal mondo. Se scrivo uno dei miei noir, ovviamente la scaletta la fa da padrona su tutto anche se poi quando sono in fase di scrittura alcune cose possono cambiare tanto da spingermi a modificare in parte quello che avevo pensato. Per un romanzo come "Chi più Re di noi", invece, posso partire da una situazione, una battuta o una scena che mi ispira e poi stare a guardare e vedere dove mi porteranno i miei personaggi. Quando invece so dove voglio andare a parare, provo a capire in che modo potrebbero arrivarci in base alla loro natura.
- Hai spaziato nei generi, ce n'è uno a cui ti sei dedicato che senti vestirti meglio addosso? E uno con cui credi che non ti cimenterai mai?
Ogni storia ha il suo genere, il suo stile, le sue regole, la sua lingua. Io sono un curioso di natura e se c'è qualcosa che non so fare o che mi spaventa come scrittore, mi ci devo misurare per forza. Così ho fatto per Il Randagio e per altre storie che sto scrivendo. Chi più Re di noi è invece espressione più distesa del quotidiano e della vita di tutti i giorni. È naturalezza e respiro ma questo non vuol dire che scriverlo non mi abbia messo di fronte ai miei limiti di autore. Se il Randagio è stata la mia prima prova di poliziesco, prima di Chi più Re di noi non mi ero mai proposto di riuscire a far ridere con la scrittura (se ci sono riuscito o no non sta a me dirlo, NDR) e mi rifiutavo categoricamente di inserire del turpiloquio in quello che scrivevo.
- Se la tua scrittura fosse musica che genere sarebbe?
·Immagino che per lo stile che ho usato in "Chi più Re di noi", la mia scrittura potrebbe essere facilmente un pezzo pop da colonna sonora anni '80/'90!
- Se il tuo romanzo fosse un colore, quale sarebbe?
Sceglierei certamente un colore brillante e vivace. Probabilmente il Giallo!
- Hai mai pensato di usare un nome d'arte?
Certamente, e nei primi anni ne ho usati alcuni ma poi mi sono detto che dovevo andare fiero di quello che scrivevo e che, se anche il mio nome non sembrava quello di uno scrittore affermato, sarebbe stato compito mio farcelo diventare.
- Com'è nata la copertina del tuo libro?
Così come per il titolo, è stato molto arduo anche scegliere la copertina (infatti di "Chi più Re di noi", attualmente c'è questa e una variante). La difficoltà è che esprimere un mondo così vasto e ricco di spunti come quello di Chi Più Re di noi, racchiuso in una sola immagine, non è per niente semplice!
- Come mai sei stato ispirato dai Guns N’Roses?
Devi sapere che per tutto il romanzo il protagonista, Spanky, insegue una misteriosa ragazza che abita sopra l'appartamento e i cui unici indizi che lascia della sua esistenza sono dei passi felpati nel cuore della notte e le canzoni dei Guns 'N Roses sparate a volume altissimo.
- Mi incuriosiscono sempre le contaminazioni, i “mondi altri” che entrano nella scrittura. Che relazione c’è fra le tue opere e il gaming?
Per quanto riguarda le storie del piccolo e del grande schermo, in Chi più Re di noi si trovano copiose citazioni, più o meno identificabili. A volte anche intere situazioni e scene. Sono quelle a cui mi sono legato di più negli anni in cui la Tv era un ponte sul mondo e su avventure mai viste. Per quanto riguarda il gaming, mi sono cimentato, per il momento, soltanto nella trasposizione di Max Payne, uno dei primi videogiochi in cui mi sono cimentato e che ho amato alla follia!
- Come è nata l'idea per la storia e quanto ti sei divertito nello scriverla?
La storia è nata da una poesia di Isabella Leardini, "La Coinquilina Scalza", che nella sua poetica evocativa ha ispirato la storia di Chi più Re di noi. Mi sono divertito un mondo a scriverlo e gli sono particolarmente legato.
- Quanti e quali tra i personaggi condividono il tuo gusto in fatto di musica?
I miei gusti musicali sono un po' sui generis, anche nella vita reale, perché sono un po' datati e un po' di nicchia, quindi immagino che solo Spanky, il protagonista, sia in grado di apprezzarli davvero.
- Progetti per il prossimo futuro?
Troppi per due sole mani! Al momento sto scrivendo un romanzo giallo, ambientato in Romagna, che vorrei proporre al premio Tedeschi 2022 (vediamo se riuscirò a rispettare le scadenze), poi devo terminare la seconda e terza parte della novellizzazione su Max Payne; il secondo romanzo con protagonista il detective de "Il Randagio", Terminare il seguito di "Chi più Re di noi" e iniziare un nuovo progetto su cui sto riflettendo in questi giorni.
Sono stanco solo a fare l'elenco.
- Come hai trovato la casa editrice e come ti sei trovato con loro?
"Chi più Re di noi" è un libro molto particolare, c'è da dire questo, ed è poco incasellabile in un genere canonico. Oltre a questo è molto lungo, troppo per poter fare in modo che le case editrici non a pagamento investano su un autore emergente. Il target è un po' indefinibile perchè è un romanzo che si può leggere su così tanti livelli che potrebbe andar bene allo studente liceale e al sessantenne. Tutto questo per dire che per questo progetto sono stato io la mia casa editrice e l'ho curato dalla A alla Z, dalla copertina alla promozione. Come Casa Editrice ho molte idee, molto entusiasmo e sono molto pignolo con i miei autori.
- Cederesti i diritti per farne una vera sitcom televisiva? E quanto saresti disposto a modificare la trama per renderla fruibile come sceneggiatura vera e propria?
Domanda molto interessante! Chi più Re di noi ha una struttura e uno stile che si presterebbe molto a essere trasposto in una serie. Ammetto di averci pensato ma per il momento proposte non ne sono arrivate! Il pregio di questa storia è proprio che non ha paura di cambiare, è fluida come acqua e può assumere la forma del contenitore in cui viene versata.
- C'è un messaggio in particolare che vorresti condividere con i tuoi lettori, attraverso la scrittura?
La cosa che vorrei trasmettere con le mie storie è la bellezza che rappresenta l'avventura di leggere, avere un intero universo a portata di mano. Chi più Re di noi è un messaggio urlato a squarciagola che si può ridere di tutto e che prendere la vita con leggerezza si può fare e non è un male!
- Hai una Kryptonite nella scrittura?
La mia kryptonite? Mentre scrivo tendo a spiegare e descrive nei minimi particolari passaggi per il timore che il lettore non riesca a seguirmi e si perda lungo strada. Ma il lettore ha il potere dell'immaginazione che lo guida anche nella nebbia piú fitta, cosí durante la fase di riscrittura asciugo il piú possibile!
Grazie mille Inchiostri In-Visibili per questa grande opportunità!
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