Alessio Chiadini Beuri: Che cos’è l'umorismo?

venerdì 9 ottobre 2020

Che cos’è l'umorismo?


L'umorismo è innato in ognuno di noi. È scritto nel DNA della nostra prima cellula. Ognuno di noi risponde a stimoli comici diversi, nè migliori nè peggiori di quelli degli altri, semplicemente diversi. Per esempio ricordo che da piccolo mi consigliarono il libro di Jerome K. Jerome Tre uomini in barca (per non parlare del cane) perchè era un romanzo d’avventura molto divertente. Risultato? Non risi nemmeno una volta e lasciai il libro prima della fine. L’umorismo è sintomo di intelligenza ma è anche una corda che suona una nota che non può sposarsi con ogni tipo di strumento. Il romanzo lo ripresi anni dopo e, quella volta sì, me lo godei sbellicandomi. Quello e il suo seguito, Tre uomini a zonzo.
Di mio sono abbastanza stupido ma prediligo scherzare mettendo a nudo le contraddizioni umane, le moralità assurde, le ottuse prese di posizione, le strutture del pensiero sociale che servono all’individuo per sentirsi integrato tra i suoi simili.
E poi le scorregge. Le scorregge fanno sempre ridere. Ho imparato ad amare la stand-up comedy dei vari Doug Stanhope, dei Bill Burr, dei Luis CK. Del vecchio continente non posso non citare Ricky Gervais, Eddie Izzard e lo scozzese Billy Connolly, il cui umorismo è quello che si avvicina di più al mio. É l’umorismo dell’uomo medio dotato di raziocinio che reagisce con sano scetticismo e un sarcasmo bruciante a ciò che vede attorno a lui.
A te uno stralcio, liberamente tradotto dal mio inglese masticato, di un brano dello spettacolo “Was it something I said?!” in cui Connolly racconta della sua esperienza in un negozio di esoterismo, in cui entrò per comprare dei “braccialetti dell’umore” per le proprie figlie e un’avventrice gli si avvicinò chiedendogli:
 
- Anche lei pratica le arti?
E lui, sorpreso dalla domanda ma senza scomporsi: - Certo.
-Ah, e quale?
-Sono un lettore di piscine.
-Come?
-Sicuro, vengo a casa sua, le monto sul tetto e leggo le foglie che sono cadute in acqua. È come per le tazze di thè, ma più grande.

Genio. Sono morto. 

P.S. non disdegno il panorama italiano, per cui citerei Daniele Luttazzi, Giorgio Montanini, Filippo Giardina...e Nino Frassica (le cui battute da piccolo mi lasciavano completamente F4basito ma che adesso mi fanno piegare).

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